Miniere di Sicilia

Miniere di Sicilia

Nel percorso da Palermo che giunge sino all’Etna, oltre alle ovvie provincie di Palermo e Catania, vengono attraversate anche quella di Agrigento (lambita) e quella di Caltanissetta e di Enna. In altre parole, si attraversa un’ampia zona che sino ad una sessantina di anni fa era ancora interessata da un’attività industriale che ha creato fortune, modificato paesaggi, e influenzato l’economia regionale, nazionale e internazionale.

Sino alla prima guerra mondiale la Sicilia era uno dei produttori più importanti della terra di zolfo, nel centro dell’isola infatti si trova una ampia formazione gessoso-solfifera che contiene, in particolar modo, zolfo e salgemma e sali potassici. Lo sfruttamento dello zolfo in Sicilia e l’estrazione del salgemma, hanno tradizioni millenarie, già gli antichi romani se ne interessavano, ma solo nella seconda metà dell’ottocento l’attività mineraria è diventata sistematica e intensa.

E così, come in Scozia i proprietari delle miniere di carbone hanno schiavizzato bambini e moltitudini di proletari, anche in Sicilia nelle provincie di Agrigento, Caltanissetta ed Enna (soprattutto), decine e decine di carusi sono stati costretti a lavorare nelle miniere di zolfo, altrettanto insalubri quanto quelle di carbone della Scozia.

Queste attività hanno arricchito una piccola e media borghesia, hanno reso ancora più ricche alcune famiglie e hanno fatto la fortuna di molti concessionari. Hanno giustificato ferrovie, poi abbandonate, e hanno creato un vasto numero di operai e una piccola industria di lavorazione del prodotto estratto.

Pirandello ha vissuto da vicino la storia delle miniere locali, una parte della sua agiatezza veniva proprio da lì, e qualcosa della sua produzione novellistica, torna proprio alle miniere (Ciaula scopre la luna).

Tra la fine della prima guerra mondiale e l’inizio della seconda, questa industria che era divenuta fiorente, rapidamente, inizia a morire: i mercati erano diventati internazionali e i metodi di lavoro delle miniere siciliane non potevano competere con quelle statunitensi. Gli interventi per porre rimedio a questa crisi furono quelli stupidi più volte adottati: una nazionalizzaione dannosa e una serie di sterili sussidi inutili.

Oggi di tutto quello rimane qualche rudere inutile e giacimenti che non ha più senso sfruttare. Resistono alcune miniere di salgemma, e ci sarebbe spazio per attività minerarie che coltivino i giacimenti potassici, ma questa è un’altra storia.

Suggerimenti di lettura e note bibliografiche

  • Ciaula scopre la luna è una novella inserita ne Novelle per un anno

  • Ciaula è, in siciliano, il nome della Gazza ladra, uccello molto diffuso nelle campagne siciliane

    Minerale di zolfo